Pasqua 2024. Dalla rimozione alla risurrezione
Tra gli affreschi di San Francesco del Prato si possono individuare almeno due crocifissi… rimossi. Chi nei mesi scorsi ha visitato l’abside affrescata ha potuto scoprire da vicino che i santi che ne popolano la sommità avevano al loro centro una croce: oggi se ne può leggere solo il braccio superiore, per via dell’apertura di una finestra.
A terra, invece, è ben visibile nella terza colonna a sinistra un affresco votivo che rappresenta la crocifissione. Ai piedi della croce sono integre le figure delle “Marie” e di san Giovanni. Invece della figura di Gesù crocifisso si possono notare solo le braccia: il resto del suo corpo è stato eliminato, per ammorsare alla colonna una parete della struttura carceraria. Sembra quasi che abbiano fatto apposta, visto che poco sopra e poco sotto la superficie affrescata è ancora intatta.
Questa rimozione, per quanto sia uno sfregio alla religione e all’arte, non stupisce. La croce non piace a nessuno. Neppure a Gesù. Egli però ha scelto di percorre la Via della Croce, per restare fedele al Padre suo, ai suoi amici e a se stesso. Dio sceglie la rimozione per sé per non rimuovere noi, per non perdere nessuno, per non perdere l’amore.
In questo anno, che vede ancora prolungarsi guerre e ombre di dolore sul nostro tempo, vi auguriamo di avere il coraggio della fedeltà: di non rimuovere il dolore laddove significherebbe rimuovere l’amore. Colui che muore per amore, risorge.
Frati e Volontari
di San Francesco del Prato
[foto di Francesca Bocchia, Pasqua 2023]